Il maestro Hideki Hosokawa è nato nel dicembre del 1942 a Tokushima, nell’isola di Shikoku. Proviene da un ramo cadetto di una nobile antica famiglia discendente dagli shogun Ashikaga. Il capostipite fu, nell’VIII secolo, Hosokawa Yoshisue. La famiglia scrisse in seguito molte pagine importanti, ed il mon degli Hosokawa apparve in ogni remoto angolo del Giappone.
In epoca Edo la famiglia, che si era suddivisa in numerosi rami, dominava la regione di Higo. Prestava servizio presso Hosokawa Tadaoki il grande samurai Sasaki Kojiro, che sostenne il celeberrimo duello nell’isola di Ganryu con Miyamoto Musashi. Lo stesso Musashi entrò in seguito al servizio della casata, retta all’epoca da Hosokawa Tadatoshi. Furono ospiti del clan Hosokawa ad Edo alcuni dei 47 fedeli ronin che nel 1703 attendevano di pagare con il seppuku la loro fedeltà alla memoria del signore di Asano.
Hideki Hosokawa, del ramo residente da diversi secoli a Tokushima, si è interessato precocemente alle arti marziali e si è trasferito a Tokyo per approfondirne lo studio, iniziando la pratica del judo e brevemente del karate. Intorno agli anni 60 l’incontro con il grande maestro Ueshiba Morihei, fondatore dell’aikido, che conosceva solamente dalle pagine di un fumetto a lui dedicato, segnò una svolta nel suo percorso di vita: decise infati di percorrere il cammino che poi lo ha portato in Italia: quello dell’aikido.
Uchideshi ossia allievo interno presso l’Hombu Dojo di Tokyo ha seguito le lezioni del fondatore e di altri grandi maestri, continuando anche la pratica con il suo primo maestro, Hiroshi Tada sensei, presso il dojo di Jiyugaoka. Sentendo la necessità di approfondire le sue conoscenze si è dedicato allo studio di altre discipline marziali focalizzandosi su quelle aventi maggiori legami con il mondo della tradizione e quello del nihonto, la spada giapponese.
Dopo sedici anni di studio accettò nel 1974 la proposta del maestro Tada, la persona che aveva guidato i suoi primi passi nel nuovo e difficile mondo dell’aikido, di trasferirsi a Roma per condividere la grande avventura della creazione dell’Aikikai d’Italia.
Assunse la direzione del Dojo Centrale, entrando immediatamente nella Direzione Didattica dell’Aikikai, da cui non doveva più uscire, in qualità di vice Direttore.
Non è possibile rendere conto di tutto quello che il maestro ha fatto da allora per l’aikido. Per darne a chi non abbia avuto la fortuna di studiare e praticare con lui una pallida idea si deve ricorrere alle cifre: dal settembre 1974 in poi hanno sostenuto esami a livello kyu con il maestro circa 2800 allievi, a livello dan quasi 700.
I raduni di approfondimento da lui diretti ammontano a parecchie centinaia, a migliaia le lezioni, tenute ovunque nei dojo italiani. Fu tra i primi se non spesso il primo a far conoscere in Italia ed in Europa le tecniche delle scuole Muso Shinto ryu e Jikishinkage Ryu.
Molti samurai decidono di compiere per completare il loro percorso di vita il musha-shugyo, un pellegrinaggio che tende al miglioramento dell’arte attraverso il confronto e talvolta lo scontro con altre scuole ed altri maestri.
Da quella ormai lontana estate del 1974 il maestro Hosokawa ha continuato in Italia il suo personale musha-shugyo non incontrando però avversari: a innumerevoli allievi ed amici ha indicato la strada, assieme a loro l’ha percorsa.
Dopo circa dieci anni, lasciando ai suoi allievi l’impegnativa eredità del Dojo Centrale, decise di abbandonare la grande città, trasferendosi in un’isola che ricorda molto la sua Shikoku: la Sardegna. Il suo dojo venne chiamato Musubi no Kai: Associazione del Nodo.
Il nodo rappresenta nella tradizione giapponese il legame reciproco che vincola l’allievo col maestro che ha scelto di seguire; il legame tra l’uomo che cerca e la via che ha scelto di seguire; il vincolo di fedeltà indissolubile che lega due amici. Il simbolo del suo dojo era una antica tsuba giapponese, la guardia della spada che ogni samurai porta al suo fianco: alcuni tuttavia credevano che si trattasse di un disegno astratto, altri ci vedevano un nodo.
Ed è infatti un nodo, ma rappresentato in maniera molto sottile. La tsuba raffigura in realtà due ruote che vanno in direzioni opposte. L’incontro di due amici, che si incrociano talvolta nel breve volgere di un attimo per poi riprendere diverse direzioni, sul grande sentiero della vita. Ma per tornare, sicuramente, di nuovo ad incontrarsi, legati da un vincolo invisibile eppure inestricabile. E’ questo vincolo di amicizia, oltre quello didattico, che lega il indissolubilmente il maestro Hosokawa ai suoi allievi. E non è certamente un caso se anche questo sito si chiama Musubi.
Nell’autunno del 2004 il maestro Hosokawa è stato colpito da una grave emorragia cerebrale, che ne ha messo a repentaglio la vita e gli vieta il ritorno sul tatami.
Il maestro risiede attualmente a Roma, ed i suoi allievi ed amici hanno attivato una rete di solidarietà per provvedere alle sue necessità quotidiane.
Hosokawa sensei oltre ad avere conoscenze molto vaste ed approfondite nel campo delle arti marziali è un attento studioso della cultura tradizionale giapponese oltre che rinomato esperto della storia del nihonto.
Dedica ora la sua vita ad approfondire questi studi.