Ueshiba Morihei nacque a Tanabe nel 1883, non lontano da Osaka, nella prefettura di Wakayama, nel distretto di Kumano, uno dei luoghi più sacri del Giappone dove si trova anche il monastero del monte Koya eretto da Kukai, fondatore del buddismo Shingon Mikkyo.
Era il quarto figlio di Yoroku Ueshiba, agricoltore e funzionario politico del locale consiglio comunale.
Pur discendente da una famiglia di gente vigorosa, la sua costituzione era fragile, ma una forza di volontà indomabile e un’applicazione costante gli permisero di superare ogni ostacolo.
Verso i sette anni di età iniziò ad imparare la lettura sotto gli insegnamenti di un monaco buddista della setta Shingon, Fujimoto Mitsujo, una delle 3 figure di spicco della vita di Ueshiba.
Dalla madre Yuki, una donna molto colta e religiosa, apprese le leggende del monte Kumano.
Per contrastare la sua fragilità e le sue tendenze mistiche, il padre lo iniziò all’arte del sumo e lo incoraggiò a praticare altre arti marziali.
1896-1902 Formazione giovanile
All’età di tredici anni fu ammesso al collegio di Tanabe dove restò un solo anno, trasferendosi poi nella città di Tokyo dove affittò un locale in un quartiere popolare per aprire una libreria.
A Tokio Ueshiba Morihei iniziò lo studio delle arti marziali, probabilmente impressionato dall’aggressione che suo padre dovette subire ad opera di un gruppo di briganti, studio che si protrarrà fino al 1922. Praticó il jujutsu delle scuola Tenshin Shin’yo e la scuola di spada Yagyu-ryu. Attinse a numerose fonti ma tecnicamente è debitore soprattutto al maestro di Daito-ryu Sokaku Takeda.
Nel 1903 fu riformato dalla leva militare a causa della statura insufficiente, per un solo centimetro (misurava 1,56). Deciso a non rassegnarsi, si fece sospendere a degli alberi con grossi pesi alle caviglie, in modo da allungare la colonna vertebrale. Venne accettato ad una seconda visita e partecipò alla guerra con la Russia, da cui tornò con il grado di sergente ed una fama di grande abilità nel maneggio della baionetta (jukendo).
Si era guadagnato anche il nomignolo di tetsujin, uomo di ferro, e pesava oltre 80 chili; aveva seguito, mentre era distaccato a Nakay, gli insegnamenti di Yagyu Ryu del maestro Masakatsu Nakai, che continuò a frequentare anche negli anni seguenti (aveva ricevuto nel 1908 il diploma di insegnante). Alla fine del servizio militare anziché entrare in accademia, come gli venne offerto, preferì tornare a Tanabe per dedicarsi all’agricoltura.
Dopo il suo ritorno a casa, il granaio della casa paterna venne trasformato in dojo e fu lì che Ueshiba seguì gli insegnamenti del maestro di judo Kiyoichi Takagi e quelli dell’eccentrico politico Kumakusu Minakata, del quale condivise l’opposizione al degrado ecologico e morale della regione in nome del progresso.
1910-1917 Esperienze di vita
Rendendosi conto che la situazione della regione era in ogni caso degradata, trattandosi di una zona montagnosa materialmente povera che viveva dei soli proventi della pesca artigianale e non autorizzava grandi prospettive, aderì all’appello del governo giapponese per colonizzare l’isola di Hokkaido.
Insieme a 52 famiglie si trasferì nel 1912 nel villaggio di Shirataki in Hokkaido profondendo tutte le sue energie fisiche e morali nello sviluppo della colonia, soprattutto dopo un incendio che nel 1917 aveva distrutto quasi completamente il villaggio; si calcola che abbia abbattuto da solo in un anno 500 enormi alberi. Lì si dedicò all’agricoltura, all’allevamento del bestiame, creò anche una cooperativa del latte e contribuì attivamente alla realizzazione di infrastrutture quali la scuola, l’infermeria, negozi e luoghi di culto.
Partecipò alla vita politica come consigliere. Organizzò tornei di sumo e jukendo per tenere alto il morale, praticò esercizi di purificazione nelle acque gelide dei torrenti, e trovò anche il tempo di lottare contro i briganti che infestavano la zona.
Nel febbraio del 1915, durante un viaggio ad Engaru, egli incontrò nell’ Hotel Kubota il Maestro della scuola Daito Sokaku Takeda, il quale riconobbe immediatamente in lui una personalità eccezionale, e fu così che decise di insegnargli i segreti del Daito Ryu. Benché si trovasse solo di passaggio in quella città, Morihei decise di prolungare il suo soggiorno di un mese per potersi allenare con il nuovo Maestro.
Al suo ritorno a Shirataki, Ueshiba aprì un Dojo, invitò il Maestro Takeda, gli costruì una casa e si dedicò completamente a lui finché non ricevette il famoso diploma della scuola Daito.
1919 Formazione spirituale
Il 1919 segnò il primo incontro con Onisaburo Deguchi, capo carismatico della setta Omoto, da cui verrà fortemente influenzata la sua formazione spirituale.
Sul finire del 1919 una grave malattia del padre costrinse Ueshiba a lasciare l’Hokkaido, in cui non avrebbe più rimesso piede. Lasciò la sua casa a Sokaku Takeda e si mise in viaggio. Si fermò per strada a Ayabe, per fare la conoscenza del mistico Onisaburo Deguchi, che destò in lui un’impressione incancellabile. Durante una sessione di preghiera, l’ombra di suo padre apparve a Ueshiba, che ne rimase scosso. Deguchi si diresse verso di lui chiedendogli cosa avesse; Ueshiba rispose che era preoccupato per suo padre, e Deguchi gli rispose semplicemente “Tuo padre sta bene. Lascialo partire.”
Suo padre morì il 2 gennaio del 1920 senza che egli potesse vederlo ancora vivo, lasciandogli un messaggio postumo: “Sii libero, vivi come vuoi realmente”.
Profondamente prostrato, Ueshiba partì con la sua spada in direzione delle montagne, dove per giorni interi si aggirò come una furia, combattendo contro le ombre.
Al suo ritorno decise di abbandonare la casa paterna per trasferirsi nella comunità Omoto-kyo di Ayabe, dove, con l’incoraggiamento di Deguchi, aprì un dojo divenendo definitivamente, all’età di 36 anni, un maestro di arti marziali. Durante il primo terribile anno ad Ayabe Ueshiba perse per malattia i suoi due figli maschi e Deguchi venne arrestato dal governo per attività sovversiva, per essere rilasciato dopo quattro mesi.
1920-1925 Esperienze mistiche
Il 27 giugno 1920 nacque in Ayabe Kisshomaru Ueshiba, che diventerà Doshu (guida spirituale dell’aikido) alla morte del Fondatore. Nel 1921 la nascita di un nuovo figlio, Kisshomaru Ueshiba, diede il segnale di una svolta verso tempi migliori. Ueshiba condivise da allora per diversi anni gli ideali e le avventure di Deguchi, compreso l’idealistico quanto irrealistico tentativo di fondare in Manciuria una nuova comunità universale, il regno del Cielo nella Terra.
Ben presto arrestati dalle truppe cinesi, condannati a morte e condotti in catene sul luogo dell’esecuzione, Deguchi e i suoi vennero misteriosamente risparmiati ed in seguito graziati ed espulsi grazie all’intervento del console giapponese, ritornando incolumi ad Ayabe. Durante la drammatica esperienza, Ueshiba aveva preso coscienza delle sue facoltà.
In particolare scoprì che riusciva a percepire l’intenzione dei nemici sotto forma di una pallottola spirituale che lo colpiva prima ancora che il nemico tirasse il grilletto della sua arma, e che la traiettoria reale delle pallottole gli era visibile in anticipo sotto forma di raggi di luce.
Riprese l’insegnamento nel suo dojo di Ayabe, che ormai da tempo veniva identificato come la fucina di una nuova arte marziale differente da ogni altra, che veniva definita aikibujutsu. Ma era evidente che qualcosa in lui era cambiato, e le domande che si affollavano alla sua mente non potevano ancora trovare una risposta.
Fu in questo dojo di Ayabe che ebbe un’esperienza unica che marcò la sua vita, e che pose termine alla sua ricerca.
Nella primavera del 1925 un ufficiale di marina venuto a fare la sua conoscenza ebbe un diverbio con lui per futili motivi: il carattere di alcune famiglie di rose. Decisero di battersi, e l’ufficiale impugnò il suo bokken.
Di nuovo Ueshiba provò la stessa esperienza che aveva avuto in Mongolia: era cosciente dei movimenti e delle intenzioni stesse del suo avversario prima ancora che si materializzassero. Fu estremamente facile per lui schivare ogni attacco senza reagire, fino al momento che l’ufficiale cadde a sedere stremato, senza essere nemmeno riuscito a toccarlo una volta.
Al termine dello scontro Ueshiba si recò nel giardino per rinfrescarsi e scaricare la tensione. Asciugandosi il sudore dal viso, fu preso da una sensazione mai provata fino ad allora, incapace di camminare e di sedersi, in preda ormai all’estasi. Così descrisse la sua esperienza: “Ebbi la sensazione che l’universo improvvisamente tremasse e che uno spirito d’oro, venendo su dalla terra avvolgesse il mio corpo e lo trasformasse in un corpo d’oro. Nello stesso tempo la mia mente ed il mio corpo divennero luminosi. Ero in grado di comprendere il cinguettio degli uccelli ed ero chiaramente cosciente della mente di Dio, il creatore di questo universo. In quel momento io fui illuminato: la fonte del Budo è l’amore di Dio; lo spirito dell’amorevole protezione di tutti gli esseri. Infinite lacrime di gioia scesero giù dalle mie guance. Da allora mi sono sforzato di comprendere che tutta la terra è la mia casa ed il sole, la luna, le stelle, sono tutte mie proprie cose. Io mi liberai da ogni desiderio non solo per la posizione, fama e prosperità, ma anche di essere forte. Compresi che il Budo non è far cadere l’avversario con la forza; neppure è strumento per portare il mondo verso la distruzione con le armi. Il Budo genuino è l’accettare lo spirito dell’universo, prendere la pace del mondo, parlare correttamente, proteggere e coltivare tutti gli esseri della natura. Io capii che l’esercizio del Budo è accettare l’amore di Dio che viene posto nel giusto senso, protegge e coltiva tutte le cose della natura, utilizzarlo ed assimilarlo nella nostra stessa mente e nel nostro stesso corpo.”
Nell’autunno del 1925 l’ammiraglio Isamu Takeshita, grande promotore dello sviluppo delle arti marziali invitò Ueshiba a Tokyo per tenere una dimostrazione della nuova arte marziale di fronte ad un pubblico ristretto e qualificato, presso l’abitazione dell’ex primo ministro Gombei Yamamoto.
1926-1931 Anni della maturità
Dal 1926 il nome del Maestro cominciò ad essere conosciuto ed eminenti studiosi di Arti marziali gli resero visita; uno sopra tutti, Jigoro Kano fondatore del Judo, il quale affascinato dall’arte di Ueshiba mandò due dei suoi migliori allievi ad esercitarsi da lui.
Nel 1927 Ueshiba lasciò definitivamente Ayabe, con la benedizione di Deguchi, e si trasferì a Tokyo, dedicandosi nei primi anni a continue visite e ad insegnamenti itineranti in numerosi dojo, appoggiandosi soprattutto ad una sala concessagli dal nobile Shimazu.
Nel 1930 inizarono i lavori di preparazione di un dojo stabile in Wakamatsu, che venne inaugurato nel 1931 col nome di Kobukan, il quale diventerà poi l’Hombu Dojo.
Già a partire dagli anni 30 il Fondatore si era posto il problema della trasmissione del suo messaggio. Essendo il suo unico figlio ancora un ragazzo , su consiglio del Grande Maestro Nakayama Hakudo, fondatore della scuola di spada Muso Shinden Ryu, adottó e prescelse come suo assistente ed erede il promettente kendoka Kyoshi Nakamura.
Tuttavia alcuni anni dopo Nakakura rinunciò, tornando alla pratica del kendo di cui divenne probabilmente il migliore esponente dell’epoca moderna. Quando gli vennero chieste le ragioni della sua rinuncia, ammise candidamente di essersi reso conto che non avrebbe mai potuto essere all’altezza del Fondatore né divenire il suo successore.
1940 Riconoscimenti
Nel 1940 il Kobukan venne ufficialmente riconosciuto come Fondazione da parte del governo Giapponese, e vennero quindi gettate le basi per affidare il gravoso compito di diffondere integro il messaggio di O-Sensei ad una organizzazione e non solamente ad una singola persona.
Sfortunatamente la guerra troncò prematuramente questo progetto. I migliori allievi del Kobukan partirono per il fronte e molti non fecero più ritorno, Dopo l’unificazione di tutte le arti marziali all’interno del Butokukai, sotto stretto controllo governativo, Ueshiba decise di abbandonare ogni carica ufficiale e di ritirarsi nella lontana prefettura di Ibaraki, presso la città di Iwama, per riprendere un contatto più ravvicinato con le energie della natura, lontano dalla caotica vita cittadina e dai condizionamenti della guerra. Ad Iwama iniziò l’allestimento di un dojo all’aperto terminato nel 1943.
Lo stesso dojo di Wakamatsu venne adibito a rifugio per gli sfollati. Il giovane figlio del Fondatore, Kisshomaru Ueshiba, aveva però ormai raggiunto una età in cui poteva iniziare ad assumere le sue responsabilità. Era ancora uno studente di liceo quando gli venne affidata la gestione del dojo, assieme a Kisaburo Osawa. Fu lui durante gli anni bui a permetter la sopravvivenza del dojo.
1942 Nascita dell'Aikido
Nel 1942 venne ufficialmente adottato il nome Aikido. Kisshomaru Ueshiba divenne presidente della Fondazione Kobukai.
1945-1948 Trasmissione degli insegnamenti
Al temine della guerra le arti marziali vennero ufficialmente interdette, e solamente nel 1948 venne concessa la ricostruzione della fondazione, che prese allora il nome di Aikikai e ristabilì la sua sede in Tokyo. Kisshomaru Ueshiba divenne Direttore Generale della Fondazione Hombu Dojo.
In questo anno vennero gettate le basi per il futuro sviluppo dell’Aikido e vennero riprese in grande stile le attività di insegnamento. Da questo periodo iniziarono la loro permanenza all’Hombu Dojo come uchideshi (studenti interni) la maggior parte dei grandi maestri di aikido che oggi conosciamo.
1951 Nascita dell'erede
Nacque a Tokyo Moriteru Ueshiba, figlio di Kissomaru, l’attuale Doshu.
1955 L'Aikido si dichiara al mondo
Ci fu una ennesima importante svolta nel cammino dell’Aikikai: venne organizzata sul terrazzo dei grandi magazzini Nihonbashi in Tokyo la prima manifestazione pubblica di aikido, che durò ben 5 giorni e destò enorme impressione.
Fino a quel momento il Fondatore si era energicamente opposto ad ogni manifestazione pubblica ed anche i canali di accesso all’aikido erano tenuti strettamente riservati. Ma i tempi erano definitivamente cambiati, ed il Fondatore ormai riteneva che fossero sufficientemente maturi, e che maturo fosse l’aikido per affrontare una sua diffusione su scala mondiale.
1959-1961 Divulgazione dell'Aikido
Nel 1959 Venne pubblicato il primo numero di The Aikido, bollettino ufficiale in lingua inglese dell’Hombu Dojo.Il Fondatore ricevette l’onorificenza Shiju Hosho.
Lo stesso Fondatore intraprese nel 1961 il suo primo viaggio all’estero come insegnante di aikido, recandosi alle Hawaii dove pronunciò questo discorso: “Sono venuto alle Hawaii per costruire un “ponte d’argento”. fino ad ora sono rimasto in Giappone, a costruire un “ponte d’oro” per unire il Giappone, ma d’ora in avanti desidero costruire un ponte che porti i diversi paesi del mondo ad unirsi attraverso l’armonia e l’amore contenuti nell’aikido. Penso che l’aiki, al di fuori delle arti marziali, possa unire i popoli del mondo in armonia, nel vero spirito del budo, avvolgendo il mondo in un immutabile amore.”
Non ci furono altri viaggi, anche se il Fondatore avrebbe desiderato ardentemente farne uno: in Italia. Sembra che arrivò un giorno a mettere sull’allarme i suoi collaboratori, avvertendoli che bisognava partire per andare a visitare la signora Onoda che risiedeva a quei tempi in Italia; infatti Haru Onoda, venuta in Italia per perfezionare i suoi studi di scultura, era stata per diverso tempo la segretaria particolare del Fondatore. Fu lei ad introdurre per prima in Italia l’aikido. La grande struttura messa in piedi dal fondatore era quasi completa: molti dei suoi migliori allievi, stavano diffondendo il verbo dell’aikido per il mondo.
1967 Riconoscimento dell'insegnamento dell'Aikido
Venne inaugurato il nuovo Hombu Dojo; in occasione dell’inaugurazione il Fondatore tenne la sua ultima dimostrazione in pubblico. La città di Tokyo riconobbe ufficialmente l’insegnamento dell’Aikido.
Nel 1967 la nuova sede dell’Hombu Dojo venne inaugurata in Wakamatsu, prendendo il posto del piccolo dojo Kobukan.
1969 26 aprile Morte di Ueshiba
Il Fondatore dell’Aikido morì, all’età di 86 anni. Gli venne conferita l’onoreficenza postuma dello Zuihosho.
Nel 1969, alle ore 17 del 26 aprile, il Fondatore terminava la sua parabola terrena. Le sue ceneri riposano a Tanabe, la terra dei suoi avi. Trecce dei suoi capelli sono depositate nei luoghi deputati della sua vita: nel cimitero della famiglia Ueshiba ad Ayabe dove riposano i suoi primi figli, presso il Tempio dell’Aiki di Iwama, e presso il santuario di Kumano in quella terra piena di ki che gli ha dato i natali.