Digiunando, si cessa di apportare alimenti al corpo,
quest’ ultimo deve dunque sviluppare
una nuova strategia per ottenere energia.
La sua strategia è rivolgersi alle riserve: ispeziona tutti i tessuti per inventariare i grassi, le proteine, le vitamine e i minerali di riserva che può usare senza farsi male.
Elenca e distrugge (grazie al processo di “autolisi”) i tessuti usurati, danneggiati o in eccesso, riciclando le parti riutilizzabili ed eliminando le scorie nocive.
Oltre alla stimolazione dell’autolisi dei tessuti, il digiuno accelera la pulizia dei vasi sanguigni, delle cellule e dell’ambiente nel quale queste ultime nuotano (l’ambiente interstiziale).
Il grasso nocivo, gli scarti chimici, i cristalli di acido urico e i residui del lavoro cellulare che provocano il sovraffaticamento sono digeriti dalle cellule alla ricerca di nutrimento e riciclati.
Le tossine non riciclabili sono neutralizzate e in seguito eliminate.
Quindi durante il digiuno ogni cellula si auto-ripara.
Dopo aver rotto le proprie strutture pericolanti, esse si ricostruiscono con materiali nuovi e sani ad un ritmo molto veloce.
Se una cellula è troppo danneggiata o usurata per sopravvivere, secerne nel suo spazio interno degli enzimi distruttori, dandosi l’eutanasia.
I suoi residui sono raccolti da cellule itineranti chiamate macrofagi.
La cellula scomparsa è sostituita da una figlia, prodotta da altre cellule del tessuto, nel caso dei tessuti le cui cellule non si riproducono (esempio nel sistema nervoso) spetta alle cellule limitrofe effettuare il loro lavoro.
Il nostro organismo si riequilibra grazie alla sua capacità di adattamento al cambiamento (omeostasi), per cui i parametri biologici si mantengono a livelli costanti.
Un esercito di cellule difende il nostro corpo contro i virus, le polveri, i prodotti chimici o i batteri. Queste cellule specializzate viaggiano attraverso il sangue ed eliminano gli agenti patogeni in tutti i tessuti dell’organismo.
Siamo fatti per vivere sani, quindi il nostro corpo possiede i mezzi per guarirsi e difendersi: i tessuti sono persi in ragione inversa alla loro utilità. E’ metabolizzato il glicogeno epatico, il tessuto adiposo, sono riassorbiti i tessuti anormali (cisti, tumori, ascessi, cellulite, edemi, trombi, ecc.). I centri nervosi non sono toccati.
Bisogna digiunare in un clima di serenità, concedendosi del tempo per allontanarsi dalle preoccupazioni quotidiane e lasciare che il riposo incrementi le attività di riparazione.
Più si sta a riposo e si dorme, più rapidi saranno i suoi effetti.
Un organo in autolisi ha bisogno di un grande apporto di energia e la circolazione sanguigna vi aumenta; se si decide di correre, ad esempio, la circolazione sanguigna sarà immediatamente canalizzata verso i
muscoli delle gambe facendo cessare l’autolisi nell’organo in cui si stava svolgendo. Poiché l’organismo risparmia energie, la libido diminuisce e dunque le attività sessuali sono piuttosto rare durante il digiuno.
Quando digiunare …
Il digiuno può essere intrapreso in ogni momento dell’anno secondo le necessità.
Se si avvertono dei disturbi è sempre meglio smettere di mangiare fino a che non ci si ristabilisce.
Preoccuparsi delle malattie lievi al momento giusto evita che queste si trasformino in malattie più gravi.
Nelle malattie acute il sistema digestivo è inadatto a digerire cibo.
La perdita di desiderio di cibo è uno dei primi sintomi di malattia acuta, la natura elimina il desiderio per il cibo quando questo non può essere utilizzato. Anche i bambini quando non si sentono bene rifiutano d’istinto il cibo.
L’abitudine di far ingozzare le persone ammalate (bambini compresi) per paura che la mancanza di cibo non fornisca le energie necessarie al corpo, per debellare la malattia è causa di tante sofferenze inutili e di decessi che si potrebbero evitare.
Anche nei casi di malattia cronica un digiuno condotto accuratamente permetterà all’organismo malato di espellere gli accumuli tossici che sono alla base del disturbo; un modo di vivere corretto permetterà successivamente all’individuo di costruirsi una salute eccellente.
Il digiuno può essere anche considerato come un esercizio di disintossicazione generale da praticare quando se ne ha voglia e tempo, anche in assenza di disturbi specifici.
Il digiuno preventivo ci permette di migliorare la qualità della vita e di prevenire la malattia o la degenerazione. Esso può durare alcuni giorni o qualche settimana, secondo il grado di tossiemia dell’organismo e lo scopo da raggiungere.
Il digiuno terapeutico, invece, serve a guarire l’organismo da una malattia già individuata; la maggior parte dei problemi di salute, affrontati prima che diventino irreversibili, possono essere risolti.
Non dimentichiamo che la capacità di rigenerazione dell’organismo è straordinaria, e che alcune persone che si ritenevano malate incurabili hanno recuperato la piena salute digiunando.
Reazioni durante il digiuno…
Quando si inizia un digiuno quasi inevitabilmente si presentano degli sviluppi fisici (le cosiddette “scariche”, ovvero crisi di disintossicazione) che non devono allarmare, ma anzi rasserenare, in quando il nostro fisico ha ancora la forza vitale dell’auto-depurazione.
Ad esempio la lingua diventa patinosa e si avverte un orribile sapore in bocca, l’alito ed il sudore in genere sono fetidi, le urine diventano più cariche e possono colorare di scuro, essere più dense ed emanare un cattivo odore, si inizia ad espellere catarro, può venire la febbre, i dolori articolari diffusi, e per chi è abituato a bere molti caffè, quasi sempre forte mal di testa, nei primi giorni.
Nonostante tali condizioni possono essere spiacevoli, esse rappresentano un processo purificatore così come lo è la perdita di peso.
Naturalmente si manifesta e si accentua il disturbo già noto, ossia quello per cui si decide di digiunare (nel caso del digiuno terapeutico); poi vengono i disturbi legati a problemi di salute del passato.
Tutti conservano nei tessuti postumi di traumi o di malattie passate.
Digiunando, questi tessuti danneggiati si riparano; quando il danno è reversibile, la sua antichità non limita le nostre capacità di porvi rimedio.
Il terzo disturbo che si potrebbe sperimentare è quello latente, ossia si potrebbe rivelare la presenza di un focolaio di infezione ancora sconosciuto che denota un disordine fisiologico che prima o poi si sarebbe comunque manifestato.
Il disturbo segnala l’attività di autolisi.
Controindicazioni…
I casi in cui il digiuno è da escludere tassativamente sono pochi.
Il primo è la convinzione che il digiuno non servirà a guarire i disturbi accertati.
Poi la carenza nutritiva reale, anche se assai rara nella nostra società, la ” paura ossessiva” è controindicazione assoluta, il diabete in caso di dipendenza da insulina, la gravidanza è controindicazione relativa, al massimo si possono praticare digiuni brevi.
Ogni dipendenza farmaceutica profonda deve essere attentamente valutata; per digiunare, l’organismo deve essere autonomo, ovvero deve saper compiere da solo le funzioni essenziali alla sopravvivenza, senza medicine. Preparazione al digiuno…
Nelle settimane che precedono il digiuno si consiglia di mangiare più frutta e verdura cruda per rifornire al massimo i tessuti di vitamine e minerali.
Si dovrebbe praticare una discesa alimentare che consiste nell’eliminare gradualmente i farinacei, le leguminose, i cibi di derivazione animale, fino a nutrirsi esclusivamente di frutta fresca nei due o tre giorni che precedono il digiuno.
La ripresa alimentare…
La rialimentazione è la fase più delicata del digiuno, ed è anche quella che viene più sottovalutata.
La ripresa va fatta in modo lento per abituare gradualmente l’organismo al cibo.
Una buona ripresa alimentare deve avere, come minimo, la stessa durata del digiuno intrapreso.
Esso s’interrompe in genere con frutta fresca acida (possibilmente biologica) masticata e insalivata a lungo.
Si possono poi reinserire ortaggi freschi crudi, in seguito quelli cotti leggermente a vapore fino ad arrivare ad aggiungere gradatamente i farinacei e i legumi.
Per restare disintossicati…
Dopo il digiuno, si è disintossicati e tali si vuole restare.
È possibile prolungare questo stato di benessere adottando abitudini sane e semplici:
• Un’alimentazione sana, prevalentemente cruda (frutta, verdura, germogli)
• Bere tutti i giorni almeno due litri di acqua
• Un riposo regolare tutte le notti
• Un esercizio fisico stimolante e non violento (camminare tutti giorni, il più possibile)
• L’assenza di sovraffaticamento
• La rinuncia a: tabacco, alcol, caffè, droghe, medicine
• Una filosofia di vita appagante
• Brevi digiuni disintossicanti in primavera ed autunno
Alla fine del digiuno, ricominciare a mangiare è un vero piacere, ma bisogna procedere con molta cautela. Si abbandonano gli eccitanti come il caffè, il tè, lo zucchero bianco, il cioccolato, l’alcol, i condimenti, i cibi di origine animali se fanno parte della nostra alimentazione.
A quel punto, il nostro metabolismo può tornare al suo ritmo naturale, anziché essere snervato dalla presenza di stimolanti.