“L’Aikido (合 気 道) lett. la via = dō, dell’armonia, unione = ai con il ki = spirito, mente, energia dell’universo è un’arte poliedrica che affonda le sue radici nella storia della cultura giapponese discendendo dall’antica tradizione dei samurai, guerrieri del periodo feudale giapponese.
La sua realizzazione moderna è dovuta all’opera di Morihei Ueshiba (1883-1969), singolare figura di mistico e di poeta, che con spirito indomabile andò elaborando nel corso dell’intera vita una sintesi originale delle forme tradizionali di combattimento ricomponendole alla luce di una nuova filosofia.
L’Aikido nella sua forma attuale è il frutto della maturazione del pensiero di Ueshiba. Nel 1943, quando la guerra era nel pieno del suo svolgimento, abbandonando tutti i legami fino ad allora avuti con l’esercito e col mondo delle arti marziali, si ritirò in volontario esilio ad Iwama, un piccolo paese nascosto tra le montagne. Qui, coniugando la meditazione allo studio delle arti marziali e all’amore per la terra, diede vita all’Aikido come oggi lo conosciamo: un’arte che trascende i confini della mera marzialità per diventare una filosofia di vita “in quanto Via di tutti coloro che coltivano il grande amore per il cielo e la terra”.
Fu proprio la riflessione sulle tragiche conseguenze del conflitto mondiale e l’esigenza di una ricostruzione anche morale del Giappone, che spinse Ueshiba a creare un’arte che allenasse l’uomo a relazionarsi in maniera non distruttiva con l’altro e sviluppare un sistema di meditazione volto a sviluppare una maggiore calma e sicurezza interiore al fine di un innalzamento spirituale.
A segnalare il cambiamento di filosofia è l’attribuzione da parte di Ueshiba di un nome nuovo alla sua arte : Ai (unione, legame, amore), Ki in sanscrito Prana: energia primordiale, assoluta / principio creativo dell’universo / essenza innata dell’universo (energia, spirito, volontà), Do (via, strada). Quindi AIKIDO: Via dell’unificazione degli spiriti.
Scriveva Ueshiba che: AI (amore) non è lotta … Non esiste nemico nell’Aikido. Vi sbagliate se pensate che il Budo (via dell’arte marziale, orientata in senso spirituale) significhi avere avversari, nemici e vincere. Non ci sono né avversari né nemici per il vero Budo. La vera vittoria è quella su se stessi.
Si può in breve affermare che l’Aikido vuole compattare corpo e mente, non agendo sull’uno o sull’altra separatamente, bensì sul loro nesso fondamentale: quell’immaginazione che nell’ Aikido viene sviluppata con esercizi di respirazione, di visualizzazione e di vibrazioni sia sonore che silenziose. Una volta fortificata l’immaginazione, si percepisce il corpo come proiezione della propria volontà, ed a questo punto il legame tra le due entità può dirsi saldamente costituito.
Una raffinata qualità di percezione si può ottenere dopo aver spezzato tutti i legacci che irrigidiscono mente e corpo, e che possono essere troncati praticando per un verso una meditazione seduta (anjôdaza), e per l’altro esercizi di rilassamento e di allungamento muscolari.
Corpo e mente unificati operano nell’Aikido applicando tutta la loro energia lungo linee di continuità che assumono la forma di spirali, di archi, di cerchio o di rette.
La pratica si attua attraverso un particolare metodo di attacco sviluppato dai “kata” (forme di esercitazione codificate, utilizzate anche in altre arti), con movimenti che consentono di utilizzare un ritmo molto potente senza causare danni ai praticanti.
L’ Aikido è una sintesi ed evoluzione di antiche tecniche marziali modificate ed evolute al passo con i tempi. L’aspetto essenziale in questo tipo di allenamento, basato sulla capacità di guidare e sulla disponibilità ad essere diretti, è che si venga a creare una totale assimilazione (unione) con il partner. Le caratteristiche che vengono sviluppate sono da ricercare nell’aumento della forza dinamica, sia fisica che spirituale, nella crescita della tolleranza e della disponibilità verso l’altro.
La tecnica è intesa come mezzo e non come fine dell’Aikido, attraverso uno studio costante delle tecniche con un partner proviamo a superare il nostro ego, i dualismi e le contrapposizioni per poter liberare il nostro spirito da una condizione di attaccamento, una delle grandi prigioni della nostra esistenza, per permetterci di vedere il tutto in una luce diversa, gioirne della bellezza facendo emergere spontaneamente in noi momenti di intuizione, ispirazione, creatività e quindi migliorare questa nostra condizione terrestre.
Ciò avviene quando si è in una condizione di unione.